Puglia: grande successo per la raccolta di oli alimentari esausti. I dati del rapporto annuale RenOils

Il Consorzio RenOils nel corso del 2022 ha raccolto in Puglia 2.037 tonnellate di oli e grassi vegetali e alimentari esausti nei 4.798 punti di ritiro presenti sul territorio, rappresentati da utenze commerciali, industriali e domestiche

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Il Consorzio RenOils nel corso del 2022 ha raccolto in Puglia 2.037 tonnellate di oli e grassi vegetali e alimentari esausti nei 4.798 punti di ritiro presenti sul territorio, rappresentati da utenze commerciali, industriali e domestiche.

A livello nazionale nel corso del 2022 il Consorzio RenOils ha raccolto 53.000 tonnellate di oli e grassi vegetali e alimentari esausti (+9% rispetto al 2021) in 58.143 punti di prelievo, con una quantità di materiale avviato a recupero, al netto degli stoccaggi e degli scarti, pari a circa 33.000 tonnellateDal 2018 al 2022 sono state raccolte 216.000 tonnellate di questa tipologia di rifiuto.

RenOils può far affidamento su una capillare rete di partner operativi costituita da 32 impianti di raccolta e stoccaggio, 19 impianti di rigenerazione e 12 Associazioni nazionali di filiera. “Nel 2022 l’attività del Consorzio RenOils ha conosciuto una crescita significativa, sono orgoglioso del risultato raggiunto – ha commentato Ennio Fano, Presidente di RenOils – e vorrei ringraziare tutti gli operatori consorziati per la fattiva collaborazione che ha determinato questo risultato. Abbiamo rivitalizzato le azioni sospese a causa della pandemia e partecipato ad eventi, convegni, manifestazioni e alla fiera Ecomondo di Rimini che richiama gli operatori della economia green sia nazionali che esteri. Per effetto della costante ripresa delle attività turistiche prevediamo per il 2023 un’ulteriore crescita della produzione di rifiuti di oli e grassi alimentari esausti, la cui gestione costituisce l’oggetto dell’attività del Consorzio. 

L’olio esausto in cucina? Se finisce nel lavandino inquina le acque.
Ad oggi ancora molte persone gettano l’olio esausto nel lavello di casa, ma è un’abitudine sbagliata.L’olio utilizzato per cucinare e friggere, così come l’olio presente negli alimenti sottolio, non è biodegradabile e va smaltito correttamente. Quando viene buttato nel lavandino finisce negli scarichi fognari delle città alterando la corretta depurazione delle acque, l’efficienza dei depuratori con conseguente aumento dei costi di gestione e di manutenzione degli impianti. Secondo uno studio condotto da CNR-UTILITALIA e commissionato da RenOils i quantitativi di rifiuti di oli e grassi di origine domestica che vengono dispersi nell’ambiente a seguito di cattiva gestione rappresentano 60.000/70.000 tonnellate all’anno. 

Benefici ambientali
Al netto dei trasporti, il risparmio di gas serra è pari a circa 2,4 tonnellate per ogni tonnellata di rifiuto raccolto e non disperso nell’ambiente. Pertanto, considerate 216.000 tonnellate di rifiuto raccolto negli ultimi 5 anni si possono calcolare 518.000 tonnellate di gas serra equivalente non disperso nell’ambiente. Non dimentichiamo che il rifiuto rappresentato da oli e grassi vegetali e animali esausti viene trattato per la produzione di biodiesel, lubrificanti, materie prime per detersivi con una riduzione consistente nell’importazione di materie prime (rilevante in un periodo di crisi globale acuito dal conflitto russo-ucraino) e conseguenti benefici in termini ambientali e industriali.  

La raccolta in Italia
RenOils serve in modo capillare tutte e 20 le Regioni d’Italia, effettuando parte della raccolta anche all’estero. La contabilizazione del flusso di oli vegetali esausti è garantita dal sistema informatico di supporto alla tracciabilità R_O_S (Recycling_Oils_System), realizzato in collaborazione con la società In-TIME s.r.l, spin-off dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.Attraverso una gestione analitica dei dati acquisiti da ciascun consorziato, il Sistema consente operazioni di elaborazione statistica e visualizzazione geografica concernenti la operatività della filiera RenOils.

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