Puglia in zona rossa: crack da 300 milioni per bar, ristoranti e agriturismi

Gli effetti della limitazione delle attività di ristorazione sono pesanti sull’intera filiera agroalimentare con cali di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura

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E’ stato l’ultimo week end di apertura per i 22mila locali in Puglia e per i 900 agriturismi.

La stretta anticovid chiude da oggi, lunedì 15 marzo, il servizio al tavolo e al bancone nei 22mila bar, ristoranti, pizzerie e nei 900 agriturismi in Puglia con un perdita stimata in oltre 300 milioni di euro nelle tre settimane che finiscono con gli appuntamenti delle feste di Pasqua e Pasquetta.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia che evidenzia come in molti abbiano approfittato degli ultimi momenti di relax al tavolo o al bancone nei locali e nelle masserie ancora aperti nel weekend prima del lungo lockdown.

“Le misure restrittive colpiscono 4 milioni di pugliesi, con pesanti effetti sulle attività produttive che trainano l’economia regionale. Gli effetti della limitazione delle attività di ristorazione sono pesanti sull’intera filiera agroalimentare con cali di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”, ribadisce il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

A pesare sui bilanci della ristorazione sono anche le chiusure dei fine settimana primaverili che valgono in questo momento – sottolinea la Coldiretti regionale – l’80% del fatturato già ridotto al minimo dallo smart working, dall’assenza di turisti e dalle chiusure forzate nelle zone a rischio che hanno devastato i bilanci e tagliato drammaticamente i livelli occupazionali ma le conseguenze si fanno anche sentire direttamente sui fornitori di cibi e bevande.

Il taglio delle spese nelle prossime 3 settimane rischia di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari dei pugliesi che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio – denuncia Coldiretti Puglia – con un crack senza precedenti per la ristorazione che ha già dimezzato il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di oltre 3,5 miliardi di euro nel 2020.

In Puglia si produce un PIL del valore di 69 miliardi di euro – aggiunge Coldiretti Puglia – con importanti segmenti economici che fanno da volano ad occupazione ed investimenti, dall’industria al commercio fino all’agricoltura che in queste aree rappresenta una realtà strategica del sistema produttivo. La spesa media mensile in Puglia è di 1.996 euro a famiglia – continua Coldiretti Puglia – mentre per la spesa alimentare i pugliesi spendono 453 euro a nucleo familiare per la tavola.
In complesso – sottolinea Coldiretti Puglia – oltre 15.000 ristoranti e bar, 6.500 pizzerie e i 900 agriturismi operanti in Puglia sviluppano un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro che ora è praticamente azzerato, con i pesanti effetti che si trasferiscono direttamente – conclude Coldiretti Puglia – lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.

“Nel 2020 gli agriturismi hanno vissuto un crack senza precedenti – tuona Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti – con la perdita di fatturato di quasi 100 milioni di euro e lo scenario non è cambiato nei primi 3 mesi del 2021. Servono in tempi stretti sostegni economici agli agriturismi e a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare per dare liquidità ad aziende che devono sopravvivere all’emergenza Covid, come interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per salvare l’economia ed il lavoro”.

Gli agriturismi, peraltro, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – precisa Coldiretti – i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Servono dunque interventi e misure di sostegno per l’intera filiera a partire dal decreto Sostegno all’esame del Governo per salvare il sistema agroalimentare regionale che in Puglia è assicurato grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle – conclude Coldiretti Puglia – più di 5mila imprese di lavorazione alimentare, 900 agriturismi e una capillare rete di distribuzione.

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