Vinitaly: Negroamaro e Aglianico tra i vini più venduti nel 2022 in Italia

Due vini autoctoni che si impongono nonostante il calo generalizzato delle vendite nella distribuzione moderna

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Ci sono l’Aglianico e il Negroamaro pugliesi nella classifica dei vini più venduti nel 2022, due vini autoctoni che si impongono nonostante il calo generalizzato delle vendite nella distribuzione moderna. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, in occasione del Vinitaly dove a Casa Coldiretti davanti l’ingresso Cangrande sono state esposte le bottiglie dei 15 vini che in Italia sono cresciuti maggiormente nei consumi, sulla base dei dati Circana che evidenziano la svolta patriottica nel bicchiere.

Crescono del 2,9% l’Aglianico e dell’1,1% il Negroamaro, con il successo dei vini autoctoni – continua Coldiretti regionale – in netta controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle vendite di vino che nell’ultimo anno fanno segnare in media una frenata del -1,8% in valore, secondo l’analisi Coldiretti su dati Circana, con una sostanziale tenuta soprattutto degli spumanti che mettono a segno un -0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Lo scenario del settore vitivinicolo va analizzato, anche alla luce delle preoccupazioni dei consumatori per il ‘carovita’, a seconda dei canali di vendita su cui le diverse strutture di produzione e commercializzazione indirizzano le proprie produzioni, dove il timore di entrare in recessione con lo scenario inflattivo e di crisi, sta determinando strategie di risparmio dei consumatori – aggiunge Coldiretti Puglia – con solo il 4% che dichiara che non ci sarà alcun cambiamento nelle abitudini di acquisto e di consumo, il segnale evidente che l’inflazione con il caro bollette e i rincari dei beni alimentari avrà effetti tangibili nei prossimi mesi sulle scelte di acquisto dei consumatori.

La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche, con il successo di vini DOP e IGP quali il Primitivo di Manduria, il Negroamaro, l’Aglianico, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese – insiste Coldiretti Puglia – il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all’internazionalizzazione.

Con la vendemmia in Puglia si attiva un sistema che offre opportunità di lavoro a 60mila persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio – aggiunge Coldiretti Puglia – dove per tutelare l’enorme patrimonio enogastronomico regionale occorre però superare al più presto – evidenzia Coldiretti Puglia – i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali. Ad oggi in agricoltura secondo Coldiretti appena 10mila stagionali sui 42mila previsti dal decreto flussi 2021 hanno iniziato a lavorare nelle campagne.

Secondo uno studio della Coldiretti, la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura; 2) industria trasformazione; 3) commercio/ristorazione; 4) vetro per bicchieri e bottiglie; 5) lavorazione del sughero per tappi; 6) trasporti; 7) assicurazioni/credito/finanza; 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri; 9) vivaismo; 10) imballaggi come etichette e cartoni; 11) ricerca/formazione/divulgazione; 12) enoturismo; 13) cosmetica; 14) benessere/salute con l’enoterapia; 15) editoria; 16) pubblicità; 17) informatica; 18) bioenergie.

Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione, conclude Coldiretti nel sottolineare che il vino è un patrimonio del Made in Italy che va valorizzato e difeso anche a livello internazionale contro allarmismi e campagne di paura che non hanno senso se si opta per un consumo responsabile e di qualità.

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